La ricerca nasce talvolta dal bisogno
di scoprire punti fermi nel continuo flusso di figurazioni e raffigurazioni.
Più spesso
prevale la spinta a cercare strade che aprano nuovi campi di sperimentazione.
Il lavoro per la rivista Serigrafia è stato condizionato da
questa, che potremmo chiamare urgenza interiore, soprattutto negli
anni tra il 1977 ed il 1987. Prima che mi fosse chiara la necessità di
approfondire il discorso sull’uso delle lettere con un escurso nell’ambito storico. Indagine approdata nell’ormai noto
Letterando-Lettering edito
da Corraini.
Attorno a quegli anni le
Grafiche Nava mi chiedevano di progettare delle cartelle da inviare
come omaggio natalizio ai loro clienti. Grande formato, stampa serigrafica,
tiratura limitata, fogli numerati
e firmati.
Avevo così modo di approfondire, inizialmente,
il discorso
sulla strutturazione, componibilità, leggibilità di
alfabeti puramente geometrici, completandolo con un inevitabile corollario
di supporti cromatici. Passando poi a una ulteriore enfatizzazione
del carattere tipografico e dei segni di interpunzione, che mi divertiva
trasformare in monumenti.
Le serie dedicate alla pace sono abbastanza significative di questo
modo “altro” di costruirsi un lettering. Il punto di arrivo
più interessante, sul piano formale, rimane
l’approccio al punto di domanda con lo schema
costruttivo accompagnato dal testo descrittivo.
Verbale e visivo,
scrittura manuale e disegno geometrico, cercano una via di integrazione.
Il risultato conclusivo potrebbe essere la costruzione effettiva
di queste lettere e di questi segni in un grande parco dell’utopia.
Naturalmente, come succede spesso in ambito sperimentale, la ricerca si è interrotta per mancanza di committenza.
Ma il campo da
gioco è tuttora praticabile.
Abbiamo inoltre tre tavole realizzate, tra
il 1996 ed il 1997,
che segnano chiaramente
un diverso modo di progettare. Sono pensate
come serie sovrapposte di nastri sui quali scorrono riferimenti a periodi storici. Simboli riferiti, in senso lato, alla comunicazione
con evidenti accenni alle scritture.
Si tratta, in definitiva,
di tre bigini che riassumono l’homo-sapiens e le sue notazioni.
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