Quale maggior evasione di un viaggio, e come poterlo rivivere se non rileggendone le tracce lasciate nei
ricordi, nei fogli disordinati
di un inevitabile carnet de vojage,
nella memoria della fotocamera,
nelle chiose a margine di mappe
e
cartine.
Ma, sia pure inconsciamente, certi segni di evasione indulgono alla
analisi di volti e situazioni, incontrano l’adesione ed il
dissenso, cercano reminiscenze formali, corrono a cercare nuovi percorsi.
Anticipando l’impellente
bisogno
di partire per evadere di nuovo dall’impegno quotidiano
alla ricerca
degli altri o forse, con maggior pertinenza, di noi stessi.
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